venerdì 1 giugno 2012

certe giornate non son certe per niente


A volte ti prende la stanchezza.
Non quella spossatezza che segue un evento stancante, non la stanchezza fisica di quando hai corso, avuto una giornata impegnativa, o hai appena fatto sesso. Quella è la benvenuta.
Parlo di quella stanchezza che sembra aver bisogno di cinque anni di ferie per andarsene. Che vorresti solo addormentarti, e svegliarti fra tanto, tanto tempo. Quella che quando pensi a quello che devi o vorresti fare (un nuovo impegno, una nuova relazione, un nuovo lavoro, ricostruire un rapporto..) dici a te stessa: "no, sono troppo vecchia per questo.." Ecco. Quella stanchezza lì.
E' un genere di affaticamento che, per la mia esperienza, prende soprattutto le donne, e non solo perché oggettivamente sono di solito quelle che faticano di più (certo, non tutte, e non sempre), ma anche perché sono quelle che invecchiano prima, almeno dentro, e quindi scoprono prima qual è la stanchezza dei vecchi. Il tipo di invecchiamento di cui tento di scrivere, alle 6.40 di mattina dopo dieci ore al lavoro, non è quello spesso interpretato in senso brutto, un invecchiamento che ti porta a disinteressarti a tutto e a smettere di coltivare un pensiero critico e osservatore. Quello è il rincoglionimento. Sei vecchio quando senti di non avere più tutte le energie che avevi prima. Quando senti di dover dosare le forze, perché ti accorgi che non sono inesauribili come avevi creduto. Anche se le energie sono effettivamente quelle di una donna giovane, perché tu sei anagraficamente giovane. Anche se le forze sono quelle di una persona fuori dal comune, almeno stando a quel che dice chi ti conosce. Tu comunque ti senti così. Senti che non hai il fiato di dare tutto come facevi una volta. Senti che devi tenerti da parte qualcosa, perché le risorse possono finire. Senti che non ce la fai. Che non ne dai fuori.
Poi, quando è passato almeno un po' di tempo dall'ultima batosta, ti rendi conto che, appunto, l'energia che hai è oggettivamente quella di una giovane donna, non quella di una novantenne. E, soprattutto, che non è poi così male spendere le energie con giudizio. Che non è poi così male smettere di dare qualche volta, fermarsi e tenere qualcosina per se'. Che non è poi così male capire che è vero, le forze non sono inesauribili, e nessuno te le restituisce. E che c'è qualcuno (pochi) che le sa apprezzare le energie che spendi, e anche qualcuno (ancora meno) che ti aiuta a recuperare le forze, e a sentirti, udite udite, bene. Che non è poi così male capire che è questa, la gente a cui vale la pena affezionarsi, cioè quelli che davvero ci tengono, a te.
Sai che novità, direte. Ma è ben difficile arrivarci...

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