
Quasi un mese di assenza, molto di più di pseudo latitanza, ho scritto pochissimo.
poche sere fa ho visto il film su Harvey Milk, quello con Sean Penn. Chi era Milk lo sapevo già, ma ero comunque molto ignorante ed il film mi è piaciuto molto.
Ma non mi importa recensire il film.
Mi importa dire che di nuovo penso alle persone forti. Penso a Milk, penso a Martin Luther King, a Frida Kahlo, a Dante, a Audrey Hepburn, a Caravaggio, a Tosca, a Barak Obama, alla mia amica Elena, al mio amico Andrea, penso ai rivoluzionari, a John Lennon, a Peggy Guggenheim, alla mia migliore amica Paola, e ancora altre persone mi verrebbero in mente se stessi a riflettere..Penso un pochino anche a me. A me che sono stata più volte definita forte, coraggiosa, volubile ma solida, matta ma intelligente, stronza ma buona, rompicoglioni ma giusta. Penso agli ultimi mesi passati principalmente a tirare avanti, nello sforzo di sparire, e basta.
Sparire per crearmi un pozzo, dannato e benedetto, dove poter scendere a piangere quando volevo, o quando non riuscivo a fare altro. Da sola.
Penso che talvolta serva, sparire.
Stasera però penso alle persone forti, che chi più chi meno hanno avuto una serie di botte dalla vita, e magari sono anche crollate, ma dopo hanno detto a se' stesse "cazzo, non mi va di permettere che la vita mi capiti", "non mi va che i dispiaceri mi impediscano di essere come sono, di diventare un burattino nelle mani degli eventi", "non mi va di nascondermi per sempre perché mi sento troppo debole per reagire".
Penso a loro, e di riflesso penso un pochino anche a me.
C'è tanta di quella cenere intorno che mi sento soffocare, altro che la cazzo di fenice.
C'è stato e c'è tanto di quel buio che adesso che mi pare di vedere un piccolo cerino non sono neanche sicura se sia vero o un'allucinazione.
C'è tanta di quella delusione che credo ancor meno di prima nella gente e ormai mi domando se veramente non ho bisogno di uno psicoterapeuta.
C'è tanto di quel dispiacere che anche quando c'è stata rabbia la poverina ne è rimasta sommersa, e non mi sono sfogata mai, figurati se ho il fiato di farlo ora.
Sono esausta.
Ma per un attimo, guardando il film su Milk e pensando a tutta questa gente forte, per un attimo dicevo mi sono ritrovata a dirmi "sai che c'è? sì, sono esausta, ma non ho tempo".
Non ho abbastanza tempo nella mia vita per piangere tutto quello che ancora vorrei piangere.
Non ho abbastanza tempo nella mia vita per rimuginare ancora.
Non ho abbastanza tempo nella mia vita per le illusioni dolorose.
Non ho abbastanza tempo nella mia vita per urlare vaffanculo quanto vorrei a chi mi ha ferita e non ha nemmeno idea di quanto.
Non ho abbastanza tempo nella mia vita per lasciarmi trasportare passivamente dalle cose che mi capitano, senza minimamente intervenire o partecipare.
E' tempo di parlare, accogliere, ridere, scopare, camminare, bere, accudire, sognare, raccontare, cantare, partecipare, chiamare, abbracciare, conoscere, festeggiare, lavorare, viaggiare, studiare..cambiare.
Lo dico con un filo di voce perché sono ancora tanto, tanto stanca..
E' tempo, forse, di ricomparire.
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