
Ieri sera è stato introdotto uno strano argomento, col solito. Ci siamo trovati in totale accordo sul fatto che alcune persone, come le fatine descritte nel libro di Peter Pan, "hanno spazio dentro di se' per un solo sentimento alla volta". Le fate come Campanellino sono così perché sono troppo piccole, perciò quando in loro c'è rabbia sono solo furiose, quando c'è amore solo solo innamorate, e così via dimenticandosi di tutti gli altri sentimenti e pensieri. Allora, a parte il fatto che J.M.Barrie era un genio assoluto, e che dato il tema principale di questo blog non posso esimermi dal consigliarvi caldamente i due libri sulla storia di Peter Pan, detto tutto questo appunto ieri ci è venuta una riflessione. E cioè che questo tipo di anima, che vive un sentimento per volta, che si appassiona a una cosa dimenticando tutto quanto il resto, per poi passare ad una nuova passione snobbando le precedenti, questo tipo di anima era (al tempo di J.M.B.) l'emblema dell'adolescenza. Bene, sicuramente lo è ancora, ma sembra, almeno a me e a P, che anche molte persone oltre l'età adolescenziale siano così. Probabilmente è solo l'ennesimo esempio del fatto che le nuove generazioni sono, in alcuni ambiti, molto diverse rispetto alle precedenti, forse più immature. Fatto sta che spesso ci capita di avere a che fare con gente che ogni (concedetemelo) fottuta volta che ha un nuovo interesse sembra cancellare completamente tutti gli altri. E gli ambiti sono i più svariati, dalle letture alle relazioni sentimentali alle amicizie. Oltre all'immaturità, io dal basso del mio mio cinismo tendo a vedere in questo atteggiamento un fondo di egoismo assoluto, ma tant'è. Forse quando J.M.B. diceva che le fate sono troppo piccole per contenere più di un sentimento alla volta, intendeva molto più di quello che si può leggere alla prima occhiata. Era molto più di un modo sognante e fuori dal comune di descrivere le fate. Perché per persone che si comportano così, "piccolo" è proprio un ottimo aggettivo.
Poi spesso questa è proprio la gente che crede che vivere così sia segno di enorme sensibilità perché "io vivo tutto in modo totalizzante e pieno", e "sei tu che non vuoi adattarti al fatto che se vuoi provare emozioni forti devi escludere di volta in volta qualcosa, qualcuno, o proprio tutto". Sono persone che spesso si convincono di vivere appieno la vita, e mettono davanti al loro egoismo "belle parole piene di vento" per dirla alla Sciascia. Parole come "assoluto", come "pienezza", come "estrema sensibilità". Ed invece per come la vedo io rimane egoismo, e basta. Rimane una giustificazione (l'ennesima) dell'idea fondamentale di questa nostra epoca, che è "pensa per te, fai tutto quello che vuoi e lascia perdere tutti gli altri". Gli altri e i loro sentimenti, gli altri e le loro sensazioni, gli altri e le loro necessità. La loro vita insomma.
E allora rispondo con "L'anguilla" dei 99posse.
Non mi avrete mai come volete voi!
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