
Non ho mai apprezzato molto la scelta di alcune donne che imitano gli uomini e vogliono essere come loro. Voglio dire, i maschi etero non sono propriamente una categoria da imitare, secondo me. Se ci serve un modello, proviamo, che ne so, con una grande scrittrice, attrice, scienziata. Proviamo ad imitare nostra madre se proprio non sappiamo deciderci. Proviamo ad imitare un uomo gay. Proviamo ad imitare un gatto, un cane, un maestoso albero di faggio. Fra i possibili esempi, ce ne sono almeno una cinquantina che mi vengono in mente prima di arrivare a pensare ad un uomo etero.
Nonostante questo, ci sono alcuni aspetti degli uomini francamente encomiabili, o quantomeno adatti a renderci la vita più facile senza trasformarci in individui spregevoli, egoisti, o idioti.
Una su tutte è la caratteristica che hanno gli uomini di non dimenticare mai se stessi, i loro sogni ed interessi, il loro lavoro e le loro necessità. Di non dimenticare mai chi sono, praticamente. Questo è grandioso. Noi donne, o almeno moltissime di noi,almeno una volta nella vita finiamo per cadere nella trappola di dimenticare noi stesse perché tutto, ma proprio tutto lo spazio nella mente e nel cuore è occupato dall’uomo del quale siamo innamorate. Perciò molliamo il nostro lavoro per trovarne uno d’accatto, ma che sia vicino al nostro nuovo appartamento, che si trova dove abita lui, o che condividiamo con lui. Senza nemmeno accorgerci che il nostro stipendio di prima era il doppio di quello di lui, quindi forse sarebbe stato meglio che lui mollasse il suo schifo di lavoro.
Dimentichiamo di vedere le amiche, convinte che loro capiranno, e che dovrebbero essere felici per noi invece che segnalare la nostra scomparsa alla polizia. Senza notare, almeno non subito, che lui non si è mai perso una serata al calcetto. O una bevuta con la sua compagnia. Nemmeno una partita a quella cazzo di playstation.
Dimentichiamo di adorare il tacco 12, perché lui risulterebbe mezzo centimetro più basso di noi e scatterebbe il suo senso di inferiorità, inoltre lui ci ha fatto notare che “ti bastano due o al massimo tre paia di scarpe per l’inverno, e altrettanti per l’estate, che te ne fai di altre scarpe?”. Senza vedere che lui non ha cambiato il suo look per noi. Ha sempre gli stessi calzini, metà dei quali coi buchi, e gli stessi raccapriccianti slippini bianchi, ormai grigi. Però non fa una piega a comprarsi quel giubbotto verde pisello con le scritte giapponesi che significano “sei un deficiente”, a 400 euro.
Dimentichiamo che ci piace andare a ballare, perché lui non balla.
Dimentichiamo che ci piace l’arte, perché a lui piace il tennis. O dimentichiamo che ci piace il tennis perché a lui piace l’arte.
Dimentichiamo di offenderci quando lui ci dice cose del tipo “eh certo, due tette favolose come le ha quella non le trovi in giro”. E non me ne frega se poi lui ritiene che lei con quelle tette sia un po’ volgare e sta con me. Certe cazzate non le dice A ME. Perché ci arrivo che anche se dice di ritenerla volgare almeno per una notte se la scoperebbe alla grande. E questo mi infastidisce, guarda un po’ che permalosa. E perché io non dico cose del tipo “un uccello unico come quello di Rocco Siffredi farebbe felice qualsiasi donna!”. Ma forse sono io che sono troppo sensibile.
Dimentichiamo che abbiamo il ciclo tutti i mesi da quando abbiamo tredici anni, e che siamo in grado si controllarlo. Se ce l’ho con te forse è perché hai fatto lo stronzo, NON è LA SINDROME PREMESTRUALE.
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