venerdì 29 giugno 2012

Regolo


Le cose sono lo specchio immutabile in cui osserviamo la nostra disgregazione. Nulla ci invecchia di più di una collezione di opere d'arte.

Bruce Chatwin, "Utz"

la sfida, oggi, è capire che invecchiare porta saggezza, oltre che disgregazione, e che la stessa disgregazione permette la nascita di qualcosa di nuovo, l'apertura della mente e dell'anima alla vita..
di nuovo arte cultura e vita sono, indissolubilmente, la stessa cosa...
o no?
come Regolo, la cui visione ha qui dipinto quel genio di Turner, siamo costretti a guardare dritto dritto la luce, e non possiamo chiudere gli occhi. Porta alla cecità, ma è anche il massimo che potevamo fare. Vivere a mille all'ora e "morire" (metaforicamente) per vivere di nuovo, diversi, e di nuovo a mille all'ora.
o no?
Guardare nello specchio e vedere che invecchiamo, e che inesorabilmente, innegabilmente, rinasceremo. Terribile, drammatico, spaventoso, e stupendamente vero e magico. Armonia pura.
o no?

1 commento:

  1. Quando pensiamo di aver capito, la nostra anima diventa prigioniera di una fotografia interiore: siamo capaci di costruire una gabbia dorata e ci stupiamo quando sbadiglia o si muove inquieta...

    Umiltà e trasgressione possono sposarsi e, come tanti opposti (come scrivi tu invecchiare è morire ma anche rinascita) costituiscono una chiave da portare nel labirinto. Rinunciare a se stessi per rinascere: in fondo, lo si ripete da secoli. E dunque sì: senza la morte non c'è nascita. Luce e cecità coincidono.

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