
Quando si pensa ad un cammino in discesa, viene in mente qualcosa di facile. Ma certe discese, quelle interiori, non son affatto facili. Nemmeno trovare il sentiero su cui camminare è facile, e se lo si trova scegliere di percorrerlo non è ovvio ne' esente da ostacoli.
Ad un certo punto del Cammino però, non puoi più fermarti sennò il prezzo si rivela ancora più caro. Perché tu lo sai che è quello, IL sentiero. Gli altri possono essere più noti, più accettati ed accettabili, più liberi da ostacoli, più a buon mercato quando è ora di pagare il conto.
Ma non sono IL TUO sentiero.
Niente è più luminoso, duraturo, vero.
Niente ti avvicina di più alla Donna Selvaggia che aspetta dentro e fuori di te.
Niente attrae il tuo passo con un'energia così potente, roboante e muta allo stesso tempo.
Niente è senza Tempo, tranne il tuo sentiero.
Niente è senza Spazio, tranne il tuo sentiero.
Niente è così pieno di Vita.
Niente è altrettanto intenso, caldo, accogliente nella sua ruvida sconnessione.
Niente è altrettanto giusto per te.
Camminare in discesa nel Sentiero che ti porta giù, dove tutto tace tranne la tua e la Sua voce, che si rivelano essere la stessa Voce.
Camminare in discesa e se serve scavare, per trovare tutte le Donne precedenti che sei stata, per aspettare tutte le Donne future che sarai.
Camminare in discesa, giù, dove il Tempo non esiste. Dove vedi nel buio.
Complimenti per il nome del blog, è sincero. Forse io avrei scelto uno sfondo diverso dal verdino, ma per carità, non si giudica dal background :-)
RispondiEliminaIl sentiero: mi piace questo post. Però ho un dubbio: parlare del sentiero così apertamente, quasi celebrandolo, non espone al rischio di farne un'istituzione - quasi un dogma religioso con precetti, osservanze e.. tanti saluti alla nebbia?
Forse è proprio questo il tuo scopo?
Preferisco pensare che il sentiero faccia parte delle illusioni, della nebbia, di cui questo blog si dichiara portavoce indiscusso.
Sì lo so cosa pensi: sto cavillando per niente. Sopporta questa massima costruttivista che spiega la mia nebbia perenne: "Guardarsi dentro, rende ciechi". Percorrere un sentiero interiore, è diventare ciechi verso il mondo e quando te ne accorgi e torni su in fretta, devi augurarti che la rapida emersione non ti conduca a spiacevoli vertigini e insofferenza acuta.
Concludo semiseria: può darsi che il sesso maschile (sconquassato prototipo divino) non abbia diritto a certe avventure dell'anima, e dunque gli effetti collaterali dell'emersione riguardano solo me: una punizione per aver calpestato il sentiero della "Donna Selvaggia"...
CiaOO e tanti auguri per il nuovo blog!
Molto bello e a mio avviso molto vero quello che hai scritto.
RispondiEliminaBuon cammino, quindi, su questo Sentiero, a te e a tutte noi :)
@lulù: personalmente credo che guardarsi dentro renda ciechi solo all'inizio del percorso, quando ancora è presto..poi col passare del tempo, almeno per me, si acquisisce coscienza..forse si diventa più "ciechi" rispetto alla cosiddetta realtà di tutti i giorni, perché si perde un po' interesse per le cose pratiche, che distraggono..però secondo la mia modesta esperienza quando trovi la strada che per te funziona poi vedi gli eventi,isentimenti, le difficoltà e le gioie da un nuovo punto di vista, assolutamente tuo ed assolutamente in evoluzione.. :)
RispondiElimina@elke: grazie per essere passata ed esserti iscritta :) saii il tuo blog mi è di grande, grande ispirazione, sia quando scrivo le mie scemenze sia quando medito..è meraviglioso leggerti..e sono molto grata che tu qualche volta legga me :) bacio grande